Convegno del 14 maggio 2015O |
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Atti del convegno SISTE/CEC a EXPO Invecchiamento e salute |
14 maggio 2015 |
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Il 14 maggio 2015, si è tenuto il primo di questi eventi dedicato a “Invecchiamento e salute”,
ovvero come invecchiare bene attraverso una corretta alimentazione. Sul tema hanno portato le
loro testimonianze esperti e rappresentanti del settore pubblico e privato che nei diversi ruoli
ed esperienze hanno illustrato il ruolo determinante che svolge l’alimentazione in termini di
prevenzione dei diversi fenomeni legati all’invecchiamento. |
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Stefano Govoni, professore ordinario presso la facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi
di Pavia, da sempre impegnato nella ricerca in ambito di invecchiamento cerebrale, alla domanda
“Siamo convinti che la dieta/gli integratori possano avere un ruolo preventivo in medicina o
influenzare/modificare il decorso naturale di una malattia?”, ha risposto positivamente,
illustrando, attraverso evidenze scientifiche, come l’assunzione di talune sostanze nella
dieta (es. colina somministrata prima della nascita) sia in grado di influenzare
l’apprendimento e i processi cognitivi durante l’età dello sviluppo condizionando
verosimilmente anche la vita futura in termini di invecchiamento e sviluppo di malattie
neurodegenerative. Studiare gli effetti della nutrizione sulla prevenzione di queste
malattie non è tuttavia facile e l’attuale approccio metodologico, basato su studi clinici,
non è sufficientemente adeguato a spiegare tale correlazione in tutta la sua complessità.
Servono nuovi approcci scientifici: gli “…omics” (proteomica, metabolomica, lipidomica,
trascrittomica, nutrigenomica) e l’epigenetica rappresentano il punto di partenza.
In un modello murino di neurodegenerazione si è osservato, ad esempio, come la
somministrazione di acido folico sia in grado di diminuire la metilazione di
specifici geni coinvolti nell’insorgenza dell’Alzheimer. Questi risultati, pur non
fornendo indicazioni certe sulla possibilità che questi eventi si verifichino anche
nell’uomo, sono da considerarsi un buon punto di partenza per indagini successive.
Invecchiamento,
nutrizione e salute mentale |
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Il ruolo fondamentale della dieta, e della dieta mediterranea in particolare, per invecchiare
in buona salute è stato rimarcato da tutti i relatori. Ne è stato conferma lo stesso scopritore,
il biologo e nutrizionista americano Ancel Keys, che ha vissuto fino alla veneranda età di 100
anni. Tale dieta, come ben noto, ha origine nel sud Italia, in particolare nel Cilento, dove
Keys si trasferì a vivere e dove promosse il primo studio pilota per studiare la correlazione
tra la bassa incidenza di patologie cardiovascolari e l’alimentazione tipica di quella regione,
basata sul consumo di pane, pasta, frutta, verdura, moltissimi legumi, olio extra-vergine di
oliva, vino, pesce e pochissima carne.
Di dieta mediterranea e del suo importante ruolo per la salute dell’uomo ne hanno parlato Guido Iaccarino,
professore associato di Medicina Interna, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, dell’Università di Salerno,
e Giovanni De Gaetano, Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Istituto Neurologico
Mediterraneo Neuromed (Isernia).
Entrambi coinvolti in due importanti progetti di ricerca, Iaccarino collabora al progetto finanziato dalla
comunità europea “EIP on Active and Healthy Aging” che mira ad aumentare di 2 anni la vita media in buona
salute degli europei entro il 2020, e De Gaetano nel progetto “Moli-sani”,
un grande studio di coorte
prospettico sui fattori di rischio e protezione, genetici e acquisiti, delle malattie cardiovascolari
e dei tumori, che dal 2005 coinvolge 25 mila abitanti del Molise con età superiore ai 35 anni. Nel progetto
“Moli-sani”, in un gruppo di 3.927 anziani over 65 anni, studiati per un periodo di circa 4,5 anni, si è
registrato un più basso rischio di mortalità per malattie cardiovascolari e tumori nei soggetti che hanno
seguito una dieta più ricca in antiossidanti. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato che camminare
regolarmente per almeno un’ora al giorno è un toccasana per la salute, in quanto a tale attività si
associano una diminuita incidenza di eventi cardiovascolari ed un aumento medio di 2 anni dell’aspettativa
di vita.
In entrambi i progetti si è evidenziato, in realtà, come l’adesione a questo modello alimentare sia negli
anni diminuita anche a causa della grave crisi economica che dal 2007 attanaglia il nostro paese. Questo
cambiamento nello stile di vita è preoccupante in quanto a lungo termine potrebbe avere conseguenze
negative sulla salute degli Italiani, soprattutto per le fasce più deboli, compresi gli anziani.
Dieta, esercizio fisico e invecchiamento attivo in buona salute
Cosa abbiamo imparato sul tema alimentazione e salute dalla popolazione anziana del progetto Moli-sani?
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Come lo stress ossidativo possa essere un fattore di rischio rilevante per la senescenza lo ha
sottolineato nel suo intervento anche Marco Valussi, fitoterapeuta esperto in oli essenziali,
che ha evidenziato come molte sostanze, pur avendo mostrato effetti antiossidanti in vitro,
non sono altrettanto efficaci in vivo. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che, data l’estrema
complessità del sistema antiossidante dell’organismo umano e i numerosi meccanismi biochimici ad
esso afferenti, assumere miscele complesse di antiossidanti, nelle normali forme presenti in
frutta e verdura o in piante i cui effetti antiossidanti sono supportati dall’evidenza
scientifica (es. tè verde, vite, curcuma, rosmarino, etc.) potrebbe avere un ruolo protettivo
maggiore degli antiossidanti isolati, anche quando assunti in concentrazioni elevate attraverso
gli integratori alimentari. La relazione tra meccanismi ossidativi e salute è molto complessa
e siamo lontani dal capire i legami tra lo stato ossidativo, la senescenza e le patologie
degli organismi.
Piante funzionali nella prevenzione dell’invecchiamento |
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Carismatico l’intervento di
Debora Rasio, specialista in oncologia e ricercatrice nutrizionista presso
l’Università La Sapienza di Roma e l’Azienda Ospedaliera S. Andrea, che ha rimarcato come nel processo
di invecchiamento siano coinvolte alterazioni del nostro assetto ormonale.
Condizioni come iperinsulinemia
e insulino-resistenza sarebbero responsabili di diverse alterazioni biochimiche che portano poi allo
sviluppo di problematiche cliniche importanti (obesità viscerale, dislipidemie, neurodegenerazione, etc.)
nell’anziano, ma non solo. Per prevenire lo sviluppo di tali patologie e vivere in buona salute fino a
“100 anni”, come confermato anche dai racconti di vita di ultra centenari, si ripropone un detto appartenente
alla saggezza popolare, ossia “Colazione da Re, pranzo da principe e cena da povero”. In questa ottica,
rientra il concetto del digiuno notturno di almeno 12 ore, indispensabile per migliorare la sensibilità
all’insulina e la risposta a specifici enzimi (ormone della crescita, leptina, grelina), prevenendo così
il verificarsi di tutte quelle alterazioni metaboliche responsabili dell’invecchiamento cellulare e dello
sviluppo delle patologie tipiche dei nostri tempi (diabete, malattie cardiovascolari, tumori, etc.).
Ruolo di dieta, microbiota, infiammazione, ritmo circadiano e segnali ormonali nell’invecchiamento in salute |
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Samanta Maci, direttore tecnico presso azienda internazionale che opera nella ricerca e
sviluppo di molecole isolate e ingredienti con effetti benefici sulla salute umana, ha
illustrato i risultati di diverse ricerche che hanno evidenziato il ruolo positivo di due
carotenoidi, luteina e zeaxantina, presenti naturalmente in molti alimenti tipici della
dieta mediterranea, che, aumentando la pigmentazione maculare e proteggendo la retina
dai danni provocati dai raggi UV nocivi, sono risultati efficaci nel prevenire la
degenerazione maculare senile e la cataratta. Alcuni studi hanno inoltre dimostrato le
potenzialità della luteina nelliorare le funzioni cognitive nell’anziano.
Nourish your Eyes and your Brain: Focus on Lutein and Zeaxanthin |
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I presenti in sala sono rimasti entusiasti della giornata, anche se i tempi ristretti non hanno
permesso l’approfondimento di alcuni degli argomenti più interessanti.
Da tutti è stato comunque espresso l’auspicio che incontri di tale genere possano avere frequenza maggiore
a che sia possibile trasferire e diffondere al maggior numero possibile di “utenti” la conoscenza sul ruolo
fondamentale che un’adeguata alimentazione e idonei stili di vita possono svolgere al fine di mantenere la
salute ed il benessere, prevenendo l’invecchiamento e talune malattie neurodegenerative, approfondendo
in modo particolare il ruolo che piante e sostanze naturali possono giocare in tale processo, sia in quanto
fonte di antiossidanti complessi, sia poiché agiscono nel nostro organismo come segnali xenobiotici di
sopravvivenza. |
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